Il Sogno Americano – The american dream – di George Carlin

Lo chiamano “Il Sogno Americano” perchè bisogna essere addormentati per crederci.

Solo ai comici è concesso di dire la verità, in modo che questa possa essere etichettata come satira umoristica e come tale … non considerata, sminuita, derisa e infine ignorata.

Ma quella, che ci piaccia o no, è la verità. E ora che la conosci, benvenuto sul Carrozzone!, anche se ti è stata raccontata in modo spiritoso e comico, ora la sai… e se fai finta di nulla, la ignori o fingi di non saperla … sei complice anche tu.

In effetti quello che il Comico racconta è proprio quanto sta succedendo sulla terra ultimamente, ma quello è solo l’apparenza, quello che realmente accade, o meglio lo fa accadere, è altro.Fate attenzione, ascoltare attentamente e vi accorgerete che anche in questo sermone ci viene, per l’ennesima volta, raccontato che la “colpa” è degli altri, di “loro”, cattivoni! … che fanno tante cose brutte e ci fanno la bua! … e noi siamo le vittime, i poveretti che non hanno colpa e non possono fare nulla per uscirne.

MAI nel discorso viene evidenziato che tutto quanto dipende esclusivamente da te, da ogni di noi. MAI viene suggerito che se solo li ignorassimo e negassimo loro il nostro consenso, questi “Loro” non avrebbero che pochi mesi di vita. MAI che venga detto “ti sei lasciato fare questo e quello”, hai accettato che “ti pisciassero in testa dicendo che stava piovendo”. MAI che si venga spronati a pensare con la propria testa, a credere in se stessi, ad aver fiducia nel prossimo, a NON aver paura…

Benchè tutto quello che ci viene raccontato nel video sia vero, questi battitori di regime (detti anche gatekeepers), si guardano bene dal far venire in mente a chi ascolta che basterebbe smettere di dormire, svegliarsi, per far svanire il famoso “sogno americano”.

Discorsi del genere NON aiutano certo ad acquisire la consapevolezza necessaria per liberarsi da questi “loro“, anzi, spingono ancora di più le persone nello sconforto e nell’apatia.

Probabilmente, siccome il dolore è un grande maestro, possiamo affermare che “c’è ancora bisogno di altro dolore“.

Ecco la trascrizione di una parte del monologo di George Carlin:

… l’istruzione fa schifo e non deve funzionare, perchè i proprietari di queste nazioni non lo vogliono. Sto parlando dei veri proprietari, quelli che controllano le cose e prendono tutte le decisioni importanti. No, non sto parlando dei politici, quelli sono messi li per darvi l’impressione che abbiate la libertà di scelta. Ma no, non l’avete, avete solo dei padroni che vi posseggono e posseggono tutto quello che è importante.

Sono le Corporazioni, e hanno nelle loro mani i giudici e i media in modo da controllare tutto quello che vi capita di ascoltare e dirvi cosa dovete fare e comprare, vogliono tutto per se e nulla per voi e fanno in modo di evitare che abbiate quello che loro NON vogliono che voi abbiate. Non vogliono soprattutto una popolazione di cittadini bene informati e istruiti, capaci di pensiero critico e in grado di accorgersi che è da parecchio tempo che questo sistema vi sta opprimendo.

Vogliono lavoratori obbedienti, intelligenti quanto basta da far funzionare le macchine e svolgere il lavoro di ufficio e stupidi abbastanza da accettare passivamente questi lavori sgradevoli, con paghe sempre più basse e orari più lunghi, con pensioni evanescenti che spariscano nell’attimo esatto in cui le si va a incassare.

E’ un grande ed esclusivo Club, e noi non ne facciamo parte. Un club che vi  sta tutto il giorno col fiato sul collo attraverso i media, dicendovi cosa credere, cosa pensare, cosa comprare. E la gente onesta non se ne accorge, continua a lavorare duro subendo e continuando ad eleggere questi ricchi stronzi ai quali non frega nulla di loro. E loro lo sanno, sanno bene che la maggior parte della gente accetterà tutto questo, che ne siano consapevoli oppure ne siano ignari.

I proprietari delle varie nazioni sanno bene quale sia la verità. Ed è per questo che lo chiamano “il sogno americano”, perchè devi essere addormentato per crederci.”

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